Il regno macedone e la sua gloriosa storia

La Macedonia, come regione storica, abitata sin dalla Preistoria dall’omonimo popolo di stirpe illirica, fu tardivamente sfiorata dalla civiltà greca tanto da essere considerata per molto tempo dagli antichi greci una regione abitata da barbari.
I Macedoni, popolo di contadini e pastori, trovarono l’unità politico-territoriale sotto l’azione unificatrice di una dinastia di re,gli Argeadi(Oἱ Ἀργεάδαι), che realizzò una monarchia etnica di tipo arcaico-feudale in totale contrapposizione ai valori in cui,invece, si rispecchiavano le poleis greche.
La famiglia reale degli Argeadi, originaria di Ege( situata nella Macedonia inferiore), aveva cominciato ad estendere il proprio dominio sulle regioni più interne e montagnose della Macedonia, consolidando col tempo il controllo su quasi tutta la Macedonia storica.
Gli Argeadi, secondo una leggenda, discendevano da un certo Temeno di Argo, che era scappato insieme ai suo tre fratelli da quella città, donde il nome di Temenidi dato ai re macedoni.
Erodoto ci dà una lista dei primi sette re: Perdicca, Argeo, Filippo, Aeropo, Alceta, Aminta e Alessandro.
Dei primi non si dispone di una storia certa, più che altro sono tramandate leggende sul loro conto. Di Aminta invece si sa che fu, dapprima, alleato ai Pisistratidi, rendendo in seguito il regno macedone vassallo ai Persiani.
Il figlio Alessando I, parteggiando per i Persiani durante la prima guerra persiana, si riavvicinò opportunisticamente  al mondo greco dopo la battaglia di Platea, con la definitiva sconfitta dei Persiani. Alessando I estese i confini, e affermò l’origine argiva dei Macedoni, così da poter partecipare ai giochi olimpici, ospitando alla sua corte il poeta Pindaro. Per la sua politica di riavvicinamento all’Ellade fu detto “Filoelleno”, cioè “amico degli elleni”.
Nella guerra del Peloponneso, i Macedoni si schierarono contro Atene poiché quest’ultima con la fondazione di Anfipoli, minacciava di precludere l’accesso al mare alla Macedonia.
Con la pace di Nicia (421), la Macedonia si riavvicinò ad Atene. Il re Archelao I (413-399 a.C.) mantenne relazioni di amicizia con Atene, compì varie riforme interne, e allargò il suo dominio sulla Tessaglia. Inoltre, spostò la capitale del regno da Ege a Pella, che divenne presto un centro di cultura e di arte ( vi soggiornò anche Euripide).
Con la morte di Archelao I la Macedonia piombò in un periodo di anarchia e lotte interne, nel quale il regno combatté anche, con l’aiuto spartano, la Lega calcidica(guidata da Olinto) che aveva occupato parte della Macedonia inferiore. La guerra si concluse con la vittoria macedone-spartana e con lo scioglimento della Lega.
FILIPPO II
Dopo questo periodo di confusione, sorse sulla scena politica del regno macedone, il personaggio di Filippo II, figlio del re Aminta III.
Nato nel 382 a.C., era il figlio più giovane di Aminta III e della moglie Euridice. Prima di salire al trono fu preceduto dai fratelli Alessandro II e Perdicca III. A causa della politica filo-ateniese, il fratello Alessandro II si inimicò i Tebani ( allora potenza egemone, sconfitti gli Spartani che avevano imposto il loro dominio sulla Grecia,dopo la vittoria nella guerra del Peloponneso), che imposero un trattato ai Macedoni e pretesero 30 ostaggi. Uno di questi era il fratello del re Alessandro, Filippo(all’epoca quattordicenne). Alloggiato in una casa di un generale tebano, Filippo ebbe l’opportunità di assistere all’addestramento del famigerato Battaglione Sacro(corpo d’elite dell’esercito tebano,formato da 150 coppie di amanti omosessuali), ma poté vedere in azione anche la tecnica della falange obliqua tebana, una variante della tradizionale falange oplitica, in cui si attaccava da sinistra la destra dell’avversario. Oltre ad acquisire importanti competenze tattico-militari, Filippo imparò gli intricati meccanismi della politica interna degli stati greci. Inoltre Filippo assimilò il sistema di valori vigente nel mondo greco, così da potersi presentare ,un giorno, alla vista dei greci come un principe “alla greca” pronto ad esercitare il proprio prestigio a vantaggio di tutta la comunità ellenica.
Intanto in Macedonia, Alessandro II veniva assassinato in una congiura di palazzo, ordita dall’ambizioso Tolomeo di Aloros che diventò reggente del fratello del re assassinato, Perdicca III, che era ancora minorenne. Divenuto maggiorenne, Perdicca vendicò il fratello e fece uccidere Tolomeo. Perdicca, però, morì in una battaglia ai confini del regno macedone, contro le tribù illiriche. Allora Filippo II, ritornato da Tebe, divenne reggente dell’erede al trono Aminta IV, figlio e successore di Perdicca. Filippo prima di divenire re ,spodestando il nipote, sconfisse i Peoni e gli Illiri e li ridusse in vassalli, e conquistò molti territori in Tracia. Non appena divenne re, Filippo, mettendo in pratica le conoscenze apprese a Tebe, avviò una profonda riorganizzazione dell’esercito macedone, riformando le forze di fanteria: la falange macedone, su modello di quella tebana, fu dotata di armi molto potenti quali la sarissa, e avrebbe potuto dimostrare presto la propria superiorità tattica. Potenziò anche la cavalleria, dotandola anch’essa di sarissa, in cui vi inquadrò i famosi Eteri(Ἑταῖροι,letter.”compagni”), provenienti dall’aristocrazia macedone.
Così l’esercito macedone, da un’armata di rozzi guerrieri poco disciplinati, potè diventare una formidabile macchina da guerra. Filippo, infine, potenziò anche le macchine d’assedio.
Dopo aver riorganizzato l’esercito, e compiute alcune riforme politiche volte a limitare il potere dell’aristocrazia, Filippo II si dedicò all’espansione dei confini del territorio macedone. Grazie a vittorie, alleanze e matrimoni, Filippo sottomise definitivamente la Tracia(dove egli fondò Filippopoli), la Macedonia, l’Epiro e la Tessaglia .Nel 338 a.C., il re macedone invase la Grecia centrale occupando il passo delle Termopili e impossessandosi di Amfissa e di Naupatto. Tebe, Atene e altre poleis minori, preoccupate, già da prima che avvenisse questo fatto, per l’espansionismo macedone, decisero di allearsi e di opporre resistenza a Filippo. Lo scontro decisivo avvenne a Cheronea, dove Filippo schiantò gli eserciti greci alleati.
Alla battaglia partecipò attivamente anche il figlio sedicenne di Filippo, Alessandro, che guidava la cavalleria,  e fu grazie alla carica di Alessandro e dei suoi uomini che la formazione nemica si ruppe e si mise in fuga, però i meriti gi furono sottratti dal padre, e ciò fu uno dei tanti motivi delle tensioni tra i due, alimentate anche dalla madre di Alessandro, la bellissima regina epirota Olimpiade(Olimpia secondo altre fonti).
Nella battaglia di Cheronea, venne per la prima volta messa alla prova l’unità tattica macedone che si dimostrò nettamente superiore.
Nel 337 a.C. Filippo, ormai arbitro della Grecia, riunì le principali poleis greche nella Lega di Corinto da lui presieduta. Con questa mossa si preparava segretamente ad attaccare il Regno persiano, suo sogno, anche se prima aveva concluso dei trattati con i Persiani. Ma un altro “campo di battaglia” su cui il re dovette confrontarsi fu quello familiare. Attratto molto dal fascino femminile, si dice che Filippo abbia avuto sette mogli. Una di queste era la bellissima regina epirota Olimpiade dalla quale  Filippo ebbe Cleopatra di Macedonia che diverrà regina d’Epiro, e Alessandro che si renderà artefice di gesta memorabili e immortali. Alessandro nacque nel 356 a.C. a Pella, per il quale, suo padre Filippo scelse come precettore Aristotele, affinché guidasse il figlio nella formazione culturale. Filippo, poi, per stimolarne le capacità militari, lasciò ad Alessandro alla guida del paese quando egli era assente o affidandogli il comando della cavalleria. I loro rapporti, però,  non furono dei migliori, anche per via della forte personalità accentratrice di Olimpiade, che vegliava sui diritti ereditari del figlio, per il timore che Filippo nominasse erede al trono il figlio avuto dalla sua nuova moglie, Cleopatra Euridice. La situazione divenne sempre più tesa, finchè Alessandro e la madre non vennero allontanati dalla corte. Poco dopo, però, Filippo richiamò Alessandro per sottrarlo all’influenza della madre, ma nel 336 a.C., in un banchetto ad Ege, il re veniva assassinato da una guardia reale, un certo Pausania, forse istigato da Olimpiade e dai Persiani(la partecipazione di Olimpiade al regicidio non è certa, ed è ancora argomento di dibattito tra gli storici). Si infrangeva così il sogno di Filippo di conquistare la Persia, progetto che però verrà ripreso da Alessandro.
ALESSANDRO IL GRANDE
Salito al trono col nome di Alessandro III, all’età di vent’anni, Alessandro, educato al culto del sapere e della poesia da Aristotele e rimasto molto affascinato dai poemi omerici in particolare, si diceva discendesse per parte di padre da Eracle e per parte di madre da Achille.
Immediatamente il giovane re si occupò di consolidare il proprio potere facendo sopprimere tutti i possibili rivali al trono.
Consolidato il proprio potere Alessandro iniziò ad espandere la propria autorità nei Balcani con l’appoggio della Lega di Corinto, a danno delle tribù illiriche dei Triballi, Agriani e Dardani.
Dopo le vittorie nei Balcani, tuttavia si diffuse la falsa notizia che Alessandro fosse morto in battaglia. A questa notizia, Tebe e Atene, con alte poleis, si sollevarono contro le guarnigioni macedoni stanziate nelle città greche. Alessandro, venuto a conoscenza della sollevazione in Grecia, marciò verso la città beotica l’assediò e  la rase al suolo, lasciando però intatti  i templi e la casa di Pindaro. Con Atene fu meno duro, e richiese la consegna dei personaggi ateniesi che più erano stati avversi ai Macedoni, tra i quali anche l’oratore Demostene che però fuggì.
Ottenuta così l’egemonia sulla Grecia, poté dedicarsi alla Persia. Alessandro nominò Antipatro come reggente durante la sua assenza, e nella primavera del 334 a.C., sbarcò in Persia con 40.000 uomini. Il nucleo principale era costituito da macedoni affiancati da piccoli contingenti degli alleati greci. Alessandro era seguito anche da geografi, naturalisti e storici, come Callistene ‘’cronista’’ ufficiale dell’impresa e Strabone, geografo. Dario III Codomano, re dei Persiani, non ebbe né il tempo né la capacità di organizzare un’adeguata resistenza. L’esercito persiano, sebbene numeroso, era disorganizzato e aveva armi obsolete al confronto con quelle macedoni, e solo la flotta,le cospicue risorse finanziare e la cavalleria davano sicurezza, ma Alessandro attaccò in anticipo, così da evitare di essere tagliato fuori dal controllo della Grecia, come aveva intenzione di fare Dario III. Vinti i Persiani nella battaglia presso il fiume Granico (334 a.C.), Alessandro trovò la via spianata verso le città dell’Asia minore, ma il re persiano, gli si mosse contro con un poderoso esercito. Nella piana di Isso (333 a.C.) i due eserciti si scontrarono, e il re macedone riportò il più grande trionfo della sua impresa. Dario III fu costretto alla fuga, lasciando un generoso bottino e addirittura le figlie e la moglie. La vittoria di Isso ebbe una straordinaria risonanza in tutto il mondo greco e consolidò ancora di più la posizione di Alessandro alla vista dei Greci.
Superato anche quest’ostacolo, i Macedoni occuparono Siria, Fenicia, Cirenaica ed Egitto,dove Alessandro venne salutato dalle folle come un liberatore e visto come l’erede dei faraoni, facendo visita anche al tempio di Zeus-Ammone. Ma la cosa più importante che fece in Egitto, il re , fu quella di fondare una città, Alessandria, destinata ad avere uno straordinario futuro, divenendo il centro culturale del Mediterraneo, con la fondazione di molte scuole filosofiche e teologiche.
Dall’Egitto, Alessandro tornò in Asia, sbaragliando ancora una volta i Persiani di Dario a Gaugamela (332 a.C.). Ciò gli permise di occupare senza trovare resistenza tra le maggiori città persiane come Babilonia, Susa e Persepoli e di farsi quindi proclamare sovrano d’Asia, sposando una principessa del luogo, Rossane e intraprendendo una politica sincretica volta ad unire l’elemento greco con quello persiano(anche molti ufficiali macedoni si uniranno con  principesse persiane).
Dario III veniva ucciso dall’usurpatore Besso, e Alessandro non potè che tributargli gli onori funebri, proclamandosi ufficialmente successore al trono di Persia e facendo catturare e giustiziare Besso, proclamatosi re dei Persiani con il nome di Artaserse IV.
Congedati gli stanchi soldati macedoni, Alessandro procede con un esercito mercenario verso le altre satrapie persiane, fondando piazzeforti e città e procedendo verso l’India, dove nella battaglia dell’Idaspe sconfiggerà il re indiano Poro,tuttavia lasciandolo sul trono,però, come vassallo dell’Impero Macedone. Volendosi inoltrare ancora più in avanti, i soldati stremati dalle lunghe marce si ribellarono e Alessandro fu costretto a ritornare indietro.
Ricevuti gli omaggi da molte ambascerie ‘occidentali’, tra le quali anche quella romana, il re aveva in progetto l’invasione dell’Arabia e, si dice, in un disegno di più ampio respiro, di arrivare a confrontarsi con Cartagine per il dominio del Mediterraneo occidentale(infatti fece costruire 100 nuove navi per tenersi pronto ad un inevitabile conflitto) e forse Roma, non avrebbe potuto che restare a guardare dinnanzi alla potenza straordinaria dell’Impero macedone, se Alessandro non fosse stato colto da febbri malariche, secondo alcuni, o da cirrosi epatica, secondo altri, spegnendosi a soli 33 anni. Con esso si chiuse la breve storia dell’Impero macedone, e la Macedonia ritornerà “piccola” divenendo una delle diadochie in cui si dividerà l’Impero di Alessandro dopo la sua morte. Bisogna riflettere su come quei “barbari” conquistarono quasi tutto il  mondo allora conosciuto, sotto l’urto devastante delle loro invincibili armate, per aprire poi il periodo dell’ellenismo, caratterizzato da una straordinaria fioritura di scienze, pensieri e arti, ma segnato dalle più profonde divisioni politiche e da ambizioni personali dei vari diadochi, che saranno poi,per prima la Macedonia di Filippo V, costretti a soccombere ad una nuova potenza militare devastante: ROMA.
 LA SITUAZIONE DELL’IMPERO MACEDONE DOPO LA MORTE DI ALESSANDRO
 
Dopo la morte di Alessandro, l’Impero si divise. La reggenza dell’Impero, in un primo momento venne affidata al generale Perdicca, in attesa che la moglie di Alessandro, Rossane, desse un erede al trono. Rossane, diede alla luce un bambino, Alessandro IV, di cui Perdicca avrebbe dovuto esserne reggente. Una parte dell’esercito invece proclamò successore di Alessandro, un suo fratellastro,Filippo Arrideo, che tuttavia era inadatto per quel ruolo siccome era afflitto da gravi turbe mentali. Morto Perdicca (Alessandro IV ,che poi verrà ucciso, era ancora troppo piccolo per governare), che aveva strutturato l’Impero in modo federativo affidando ai generali macedoni ciascuno la sua satrapia, scoppiarono il caos e l’anarchia. Alla fine l’Impero, si divise e il risultato fu la nascita di tre regni ellenistici (gestiti dagli Epigoni, i figli e successori dei diadochi):
-la Macedonia, spopolata ed impoverita, andò agli Antigonidi
-L’impero Seleucide, governato dall’omonima dinastia, che comprendeva Siria, Mesopotamia e le satrapie orientali.
-l’Egitto, governato dai Tolomei.
Queste potenze, gestite dai loro re ambiziosi e aventi manie di grandezza, si combatterono in guerre fratricide(alla fine erano tutti macedoni, almeno i governanti a differenza dei popoli).
Tutto questo non fece che indebolire i regni ellenistici che scompariranno per opera della potenza romana, nonostante vi fosse fiorita una floridissima cultura sincretica tra elementi greci ed elementi delle popolazioni conquistate dai Macedoni, che finirà per conquistare i Romani e influenzare poi il mondo occidentale di lì a venire.
La Macedonia, finì annientata nelle cosiddette guerre macedoniche dai Romani, che con la Battaglia di Pidna nel 168 a.C., misero piede nell’Ellade e in Macedonia.
Il regno dei Seleucidi, lo stesso , finì per soccombere alle invasioni di alcune tribù nomadi e dei Parti ,oltre che per mano romana. L’Egitto dei Tolomei , con la battaglia di Azio nel 31 a.C. tra Ottaviano, difensore della romanità , e la flotta di Marco Antonio(che,si presume volesse creare un regno indipendente da Roma, siccome l’Egitto ancor prima di essere conquistato era già finito sotto influenza romana) e Cleopatra, si arrese dinnanzi  all’Urbe.

Così si concluse il periodo dei regni ellenistici, come si era concluso il breve ma glorioso periodo dell’Impero di Alessandro prima, per veder sorgere l’aquila di Roma, che rimarrà conquistata dall’ellenismo che finirà per influenzare fortemente il pensiero occidentale e la storia europea.

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